Già da molti secoli l’isola di Rab resiste al tempo e al di sopra di essa vigilano i quattro campanili grazie ai quali Arbe assomiglia a un veliero con quattro alberi. Il simbolo secolare dell’identità dell’isola di Rab è proprio questo quartetto di quattro campanili del tutto particolari. Il cuore della città è costituito da tre strade parallele: Donja, Srednja e Gornja (cioè Alta, Media e Bassa), collegate con dodici strade trasversali. La riva cittadina con due bellissime piazze e molte terrazze per riposo e recupero sono i punti centrali della città di incontri, viaggi e collegamenti con il mondo.
Rab si vanta di una ricca storia nella quale si distinguono numerose persone illustri. L’isola fu abitata da Illiri 350 anni avanti Cristo e nel 1° secolo Rab divenne un municipio romano che poi si sviluppò in un centro importante della costa orientale dell’Adriatico di nome Felix Arba. "Arb" è una parola illirica che indica un luogo boscoso e verde, mentre "felix" è un’antica parola latina che significa “felice”. La sua crescita ebbe inizio nella seconda metà dell’11° secolo e durò fino al 13° secolo, quando cadde sotto il dominio dei principi croati e della Repubblica di Venezia in forma di comune libero adriatico. Nel 15° secolo fu venduto ai Veneziani, sotto il dominio dei quali rimase fino al 1798 e all’arrivo di Napoleone.
È soprattutto interessante la storia dello scalpellino di Arbe San Martino che si trasferì sulla Penisola appenninica e vi fondò la Repubblica di San Marino nel 4° secolo. Oggi San Martino è santo padrone di Lopar e una persona molto importante per gli abitanti locali.
Un’altra persona importante dell’isola di Rab che deve essere menzionata è San Cristoforo, al quale si attribuisce il merito per la difesa dell’isola dagli aggressori e il suo cranio è conservato nel reliquiario della cattedrale.